CARATTERISTICHE DEI LEUDI

 

Il leudo è una imbarcazione a vela da lavoro adibita principalmente al trasporto e talvolta alla pesca. Sua caratteristica peculiare è quella di essere una barca alturiera operativa a partire dalle spiagge e quindi autosufficiente poichè non necessita di alcuna attrezzatura portuale.

 

Le dimensioni, la forma e l'attrezzatura sono quindi funzione di questa particolarità di esercizio che richiede una possibilità di alaggio rapido, anche a pieno carico.

 

Nel tipo moderno, la lunghezza dello scafo si aggira mediamente sui 15 - 16 metri, la larghezza è di circa 6 metri, il puntale non raggiunge i 2 metri, mentre l'altezza di costruzione supera i 4 metri. La stazza lorda oltrepassa di poco le 20 tonnellate mentre la capacità di carico può raggiungere anche le 25 - 30 tonnellate di peso.

 

L'attrezzatura velica è costituita da un solo albero a pioppo, cioè in un sol pezzo, fortemente inclinato verso prua e con la testa a calcese, la cui lunghezza, dal piede appoggiato in chiglia, è leggermente inferiore a quella dello scafo.

 

L'albero, privo di crocette e di sartiame fisso, è armato con una vela latina retta da un'antenna composita lunga quasi 20 metri e costituita normalmente da tre elementi. La velatura è completata da un fiocco di grandi dimensioni portato da un'asta o bompresso, rientrabile, la cui lunghezza può superare i 6 metri.

 

La forma dello scafo ricorda quella del gozzo ligure, con la prua alta leggermente protesa in avanti, il dritto sporgente a formare la classica pernaccia, un cavallino longitudinale accentuato e la poppa a cuneo con il dritto pressoché verticale che porta un timone a barra, sfilabile anche parzialmente, originariamente a calumo, cioè sporgente sotto lo scafo a formare pinna di deriva.

 

Trasversalmente lo scafo è caratterizzato da un accentuatissimo bolzone e cioè da un piano di coperta fortemente bombato. Il fondo è abbastanza piano e i fianchi svasati; la loro unione determina un ginocchio marcato a mezzanave che si annulla con l'avvicinarsi alle sezioni prodiere e poppiere.

 

La chiglia, in legno massiccio a sezione quasi quadra, sporge sotto lo scafo per una quindicina di centimetri. Dall'unione fra lo scafo e il piano di coperta, sul trincarino, si innalza un'imponente impavesata che determina un vero e proprio parapetto traforato da una lunga serie di ombrinali semi circolari. Le forme dello scafo sono generalmente piene, più accentuate a prua che a poppa.

 

Il carico delle stive avviene tramite due grandi boccaporti disposti a pruavia e a poppavia dell'albero mentre all'equipaggio sono riservati gli spazi ricavati alle estremità dell'imbarcazione: il comandante e un aiuto a poppa, nella "camera", gli altri due o tre marinai a prua.

 

L'aspetto d'insieme dell'imbarcazione è improntato ad una grande armonia di forme e di volumi che la fanno apparire, quando è in acqua, molto più piccola di quanto non sia nella realtà; solo il raffronto diretto con le altre barche che affollano i porti restituisce al leudo l'imponenza dei suoi oltre venti metri di lunghezza dall'estremità del bompresso al timone.

 

I quattro leudi superstiti sono tutti motorizzati, ma quasi nessuno scafo di questo tipo era dotato di apparato meccanico propulsivo all'atto della costruzione; in effetti le qualità evolutive a vela erano tali da permettere loro di rimanere commercialmente concorrenziali fino ai primi anni dell'ultimo dopoguerra.

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