I GALEONI

 

Non è molto facile riuscire a stabilire esattamente in quale periodo della storia ebbe origine il galeone e neppure quali siano le sue caratteristiche iniziali non essendosi queste ultime standardizzate ad un forte livello di diffusione. Sia la caracca che la nave redonda possono aver generato il galeone ma non possiamo dimenticare, ne d'altra parte convalidare, la medesima radice dei nomi galea, galeotta, galeazza e galeone che starebbe ad indicare l'appartenenza di tutte queste navi ad una medesima famiglia tipologica.

Qualcuno attribuisce al galeone una origine spagnola ed una discendenza dalla caracca ed anche questa attribuzione non appare affatto azzardata essendo le caratteristiche della caracca numerosamente presenti nel galeone.

Nel galeone d'altra parte compaiono elementi strutturali che si differenziano nettamente da quelli della caracca.

In particolare mentre nella caracca il castello sporge anteriormente allo scafo nel galeone è situato sulla prora stessa e sporge oltre lo scafo solo la serpa e l'impavesata.

Tuttavia gli elementi di identificazione non sono sempre così ben definiti e, molto spesso, non sufficienti per assegnare una nave ad una determinata categoria.

Gli stessi contemporanei non avevano le idee chiarissime in proposito talché si riscontra frequentemente una medesima nave assegnata a più di una categoria.

E' il caso del Wasa svedese che troviamo spesso nominato galeone pur avendo numerose ed evidenti caratteristiche sia del galeone che del vascello.

Altro caso è quello della nave portoghese Santa Catarina du Monte Sinai del 1520 definita semplicemente "nao" dai testi portoghesi ma che comprende ed assomma (talvolta in forma ibrida) alcune caratteristiche tipiche sia della caracca che del galeone.

Alcune grandi navi del passato non fanno però testo in quanto costruite tenendo ben in evidenza la necessità di sbalordire o addirittura per la megalomania di alcuni regnanti. Ciò portava ad esasperare talune caratteristiche tipologiche delle navi dell'epoca e, sotto un certo profilo, era anche giustificato non essendo state ancora codificate e regolarmente le caratteristiche tipologiche di molte categorie. Di queste "fuori serie" del mare ne incontriamo in ogni epoca ed in ogni classe fino ai giorni nostri.

Basterà ricordare le mastodontiche navi luxorie romane, vere e proprie città galleggianti capaci di imbarcare 20.000 uomini tra guardia dell'imperatore, suonatori, cori ed inservienti, la già citata Santa Caterina du Monte Sinai, l'Henry Grace à Dieu forte di ben 184 cannoni, l'inglese Sovereign of the seas che rappresenta l'apice del barocco navale pur disponendo di qualità nautiche e belliche niente affatto disprezzabili.

Potremmo continuare per molto tempo ancora ricordando il Wasa, la gigantesca Great Eastern del 1858 e numerosissimi altri ma fermeremo qui l'elencazione di questi mastodonti del mare anche perché tali unità ben raramente rappresentarono pietre miliari dell'evoluzione della nave.

 

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Possiamo affermare, nella certezza di non discostarci troppo dalla realtà, che il galeone è il derivato e la somma delle varie categorie di navi da guerra che lo precedettero, nato per le esigenze della grande navigazione oceanica e diffusosi con enorme velocità in quasi tutti gli stati europei già nel XVI secolo.

Nasce e si sviluppa perciò contemporaneamente allo sviluppo dell'attrezzatura velica superando e rendendo inutili le attrezzature remiere.  

I primi galeoni dispongono di due ponti, cassero e castello, bompresso e tre o quattro alberi verticali dei quali trinchetto e maestro attrezzati con vele quadre e gli altri due con vele latine. Queste ultime consentono al galeone di migliorare sensibilmente la navigazione in bolina (parzialmente contro vento) dando un altro colpo agli assertori del remo che consentiva la navigazione in ogni direzione a prescindere dal vento.

L'armamento all'inizio era modesto essendo composto da 24/30 cannoni situati prevalentemente sulla coperta e al di sotto di cassero e castello. Abbiamo precedentemente visto che successivamente l'armamento divenne imponente ed alloggiato in galleria.

Il primo grande avvenimento bellico cui furono legati i galeoni è, senza dubbio, l'episodio dell'Invincibile Armada.

Nella seconda metà del XVI secolo la Spagna era all'apice della sua potenza coloniale. Filippo II regnava su Spagna e Portogallo e disponeva di un impero coloniale che si estendeva da un oceano all'altro.

I grandi viaggi di esplorazione iniziati da Bartolomeo Diaz nel 1487, seguiti da Colombo nel 1492 e seguitati negli anni successivi fino al 1521 quando Magellano compì (o meglio lo completò la sua nave Victoria essendo egli stato ucciso nel corso del viaggio) il primo periplo del mondo, misero successivamente a disposizione di Filippo II un'enorme ricchezza proveniente dalle Americhe e dalle Indie orientali.

Tali ricchezze erano state procurate avventurandosi sul mare con navi piccole e spesso antiquate e riattate ma ben poco venne speso nell'intento di migliorare la forza spagnola di mare. Le enormi estensioni di territorio sotto controllo spagnolo prevedevano ingenti forze navali per la difesa delle coste e della navigazione.

Queste immense ricchezze erano quindi molto mal protette non appena prendevano il mare ed erano perciò facile preda di avventurieri di ogni parte del mondo.

Primi fra questi gli inglesi. La regina Elisabetta non era ancora in condizioni di dichiarare guerra aperta alla Spagna ma autorizzava volentieri quei nobili avventurieri che lo avessero voluto a depredare le navi spagnole provenienti dalle americhe con ricchissimi carichi.

Primo fra questi Francis Drake che, in possesso di una "lettera da corsa" della regina (da qui proviene il termine corsaro) compì numerose fortunate missioni su tutti i mari del mondo.

I motivi per i quali Filippo II decise la guerra aperta all'Inghilterra sono ormai noti. Innanzitutto il risvolto religioso provato dal tentativo di porre sul trono inglese la cattolica Maria, Regina di Scozia al posto della protestante Elisabetta. E' d'altronde evidente il motivo per il quale Elisabetta cercasse di ritardare uno scontro aperto e preferisse agire ormai da anni attraverso scorridori privati. L'allora impero spagnolo era infatti un colosso che disponeva del più grande esercito del mondo e di ricchezze immense. Godeva inoltre dell'appoggio del Papa che vedeva di buon occhio la conquista della piccola e turbolenta Inghilterra da parte di Filippo II fedelissimo alla chiesa.

Inoltre la regina Elisabetta alimentava apertamente i rivoltosi olandesi contro la Spagna. Molti cronisti dell'epoca ci mostrano Filippo II come un invasato religioso che scatena una guerra santa contro gli eretici. Forse questo vuol dire che il suo incondizionato appoggio alla efferata Santa Inquisizione provocasse nelle popolazioni occupate uno spirito di rivolta considerevole.

Innumerevoli navi spagnole partirono da Lisbona al comando del riluttante duca di Medina. Si trattava di grandi galeoni armati prevalentemente di piccole artiglierie e che imbarcavano pochi e mal nutriti marinai e un esercito di fanti.

Al contrario le navi inglesi erano molto inferiori di numero (102) ma comandate da uomini di provate capacità quali Hovard, John Hawkins e Francis Drak e composta da equipaggi già lungamente collaudati dalla guerra di corsa.

I galeoni inglesi erano senz'altro più piccoli e bassi di quelli spagnoli ma imbarcavano cannoni più grandi calibrati a 30 libbre (circa 14 kg.).

Le navi inglesi non affrontarono mai il grosso della flotta spagnola ma manovrarono per isolarne una parte riuscendo spesso a sorprendere navi isolate come successe alla Nuestra Senora del Rosario catturata da Francis Drake.

Numerose violente tempeste fecero il resto scompaginando la grande flotta e sospingendola verso le insidiose scogliere delle Ebridi. Il duca di Medina riuscì a riportare in patria quel che restava di una flotta che aveva perso ben 63 navi e quasi la metà degli uomini imbarcati.

Da questo momento inizia il rapido declino della potenza spagnola che non comprese come i suoi destini fossero sul mare.

Lo compresero invece gli inglesi che dettero un sempre maggior impulso alle costruzioni navali giungendo nei secoli successivi a sviluppare la flotta più potente del mondo.

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