
LE PROTECTEUR
Tra coloro che si occupano di ricerche navali uno dei casi più frequenti è quello di avere le sembianze di una nave sotto forma di modello oppure di disegno, e non conoscerne il nome.
Abbiamo ad esempio decine di disegni completi in ogni dettaglio rappresentanti bellissimi vascelli che possiamo catalogare molto genericamente "vascello francese del XVIII secolo" oppure "vascello spagnolo del XVII secolo".
Mancano in questi casi elementi tali da poter stabilire senza ombra di dubbio quale sia il vascello rappresentato.
Tipico esempio di tale situazione le ritroviamo in una pubblicazione del Museo della Marina francese che dice testualmente:
I visitatori del Museo della Marina possono ammirare nella magnifica galleria del Palazzo Chaillot un sontuoso vascello di 64 cannoni perfettamente finito che è stato deciso di chiamare Le Protecteur sulla scorta di notizie provenienti dai più antichi cataloghi.
Questa denominazione fu successivamente accreditata dall'Ammiraglio Paris, l'eminente conservatore del Museo della Marina della fine del XIX secolo che pubblica nei suoi "Souvenirs de Marine conservés" il piano di un vascello di 64 cannoni, Le Protecteur, ed identifica questo modello con quello di un vascello che, nel corso della guerra d'Indipendenza americana, prese parte alla battaglia di Granada, nel 1779, nella squadra del luogotenente generale conte d'Estaing sotto il comando di M. de Grasse-Limermont.
A seguito di recenti ricerche presso gli Archivi della Marina, non possiamo più confermare questa identificazione senza riserve.
In effetti appare senza alcun dubbio possibile che la nave da battaglia di Granada era di 74 cannoni.
Il giornale di M. de Beaufrémont, principe di Lestinois, luogotenente generale delle armate navali (il cui manoscritto è alla biblioteca della Marina di Brest) lo cita come tale come pure fa Troude (Batailles navales de la France).
E' allora esistito un altro Protecteur da 64 cannoni del quale il nostro modello sarebbe la riproduzione?
Noi lo abbiamo pensato ed anche Lacour-Gayet (La Marine Militaire de la France suous le réegne de Louis XV) che menziona un vascello di 64 cannoni della brigata di Bordeax che si sarebbe chiamato Le Protecteur.
Ma le ricerche intraprese a Rochefort, Tolone, Brest, sotto la direzione di M: Donizet, capo dell'Archivio della Marina, per confermare questa identificazione, non hanno dato frutti e noi pensiamo che la cosa sia nata da un errore di trascrizione, una confusione fra Protecteur e Protée, vascello che è realmente esistito fra il 1748 e il 1771.
In definitiva rimane tuttora valida la consultazione del dossier Marina B/5 3 e 4, degli Archivi Nazionali che elenca nella Marina Reale del XVIII secolo un Protecteur di 74 cannoni messo in cantiere nel 1757, varato nel 1760 e radiato nel 1784.
Questa data di costruzione conviene perfettamente al nostro modello nel quale le caratteristiche della velatura indicano una costruzione anteriore al 1770.
La pura decorazione Luigi XV dello specchio di poppa lo assegna inoltre alla medesima epoca.
Lo scafo ha la particolarità che solo il fianco sinistro è completamente finito mentre la dritta presenta lo scafo privo di fasciame al di sotto della batteria bassa.
L'armamento è così ripartito:
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Batteria bassa |
26 cannoni da 24 |
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2^ batteria |
28 cannoni da 12 |
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sul cassero |
10 cannoni da 8 |
Se abbiamo creduto bene di segnalare le ragioni che inducono ad una certa prudenza in merito all'attribuzione storica, pensiamo che il vascello chiamato Protecteur conservò tuttavia intatto il suo valore.
Per l'eleganza delle sue forme, la perfezione della sua esecuzione, questo modello merita di richiamare l'attenzione ammirata dei visitatori del Museo della Marina così come quella del modellista che verrà a ricrearsi gli occhi con una delle più perfette rappresentazioni della Marina Francese di un tempo già lontano.
Vorrete scusare la nostra approssimativa traduzione dal francese di questa lunga presentazione del modello Le Protecteur che, a nostro avviso, merita tutti gli elogi di cui sopra.
Abbiamo riportato integralmente tale traduzione perché ci si possa rendere conto di quali difficoltà si incontrano nell'identificare un modello navale antico.
E in questo caso non mancavano gli elementi di ricerca, ne i mezzi, ne gli esperti forniti di tutte le autorizzazioni necessarie per consultare archivi e manoscritti.
A livello dilettantistico una tale ricerca (se pure infruttuosa) avrebbe assunto dimensioni macroscopiche.
Solo in alcuni casi la ricerca è facilitata dalla previdenza degli enti pubblici preposti. Nel caso ad esempio dell'Ammiragliato Britannico che risulta aver conservato, con uno scrupolo degno di cotanta causa, tutti i disegni delle navi iscritte ai suoi registri dal XVI secolo in avanti.
Indicativo il caso dell'Endeavour del Cap. Cook. Si trattava di una vecchia nave carboniera acquistata dall'Ammiragliato Britannico e riattrezzata a nave di scoperta che, prima di venire consegnata a Cook e ribattezzata Endeavour, venne scrupolosamente ridisegnata per l'archivio dell'Ammiragliato.
Se tale prassi fosse stata adottata da tutti quei Paesi che hanno rappresentato qualche cosa nel settore navale (Francia, Olanda, Spagna, Danimarca, Svezia ed anche ITALIA) oggi non ci troveremo nella condizione di brancolare nel buio per moltissime meravigliose navi.
Una eccezione alla regola è rappresentata dagli Stati Uniti, la tradizione navale dei quali è di più recente inizio, che dispongono di disegni molto dettagliati di tutte le più importanti navi della loro storia ed addirittura, come l'Inghilerra con il Victory e il Cutty Sark, hanno come patrimonio dal vero la fregata Constitution.
Questo modo di intendere l'importanza ed il valore storico delle navi ci permette oggi di visitare qualche decina di navi antiche perfettamente conservate dislocate prevalentemente in Inghilterra e Stati Uniti.
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