Depositato c/o SIAE con  n. 0001863 di repertorio

il 28-04-2000

 

INIZIAZIONE AL MODELLISMO NAVALE

(Premessa)

Alle soglie del duemila, nell'era dei computers, un interesse rivolto alle capacità manuali dell'individuo è l'obiettivo primario per riconfermare la creatività derivante da queste, e nel contempo la rivalutazione con la gratificazione dell'individuo stesso nell'ottenimento del risultato raggiunto dalla combinazione di due fattori essenziali: la mente e le mani.

Dal momento che io posso io sono.

Premetto che l’attività manuale che mi permette di creare opere è quella di modellista navale (quando trovo il tempo), oltre che progettista (autodidatta), restauratore di modelli navali (in primis) e per ultimo consulente (qualche caso sporadico) presso gli istituti scolastici sulla tecnica costruttiva delle navi romane.

Pietro Cristini

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Il Modellismo Navale

(introduzione)

 Il modellismo navale si può considerare socialmente utile e costruttivo in tutti i sensi, in quanto riesce a coinvolgere grandi e piccini, giovani e non giovani in uno spirito di studio e di ricerca continuo e stimolante tanto è ampia e variegata la materia e quanto innumerevoli si presentano i termini navali per i quali esiste un vocabolario apposito. Dalla ricerca ne consegue la conoscenza, da questa ne deriva la certezza e per ultima la sicurezza, cosa questa indispensabile nelle scelte di una persona. Più una persona è sicura di se stessa più è certa di essere utile a se e agli altri. Più si è utili e più si è gratificati, più si è gratificati dagli altri e più si è certi di operare nel giusto.   Più si è giusti e più si amano gli altri. Tutti siamo utili e tutti siamo indispensabili in quanto ognuno di noi è un elemento di un equipaggio di una grande nave.

Il modellismo navale è fonte di scambio di esperienze, opinioni e perciò di dialogo, cosa questa oggi ormai decaduta a causa della troppa invadenza degli organi dei mass media nella vita privata di ognuno di noi, che annientano il rapporto sociale, cosa questa invece indispensabile in quanto non siamo soli.

Il modellismo navale non deve essere motivo di competizione, come purtroppo succede in occasione di gare, mostre, etc.. Dato che ognuno di noi esprime con le sue opere la sua persona, il suo carattere, le sue capacità, il suo stato di preparazione e quindi ognuno di noi è a se stante, perciò l’uno apprende dall’altro, l’uno insegna all’altro e quando l’allievo supera il maestro quest’ultimo è un buon maestro.

L'elemento idoneo per presentare il modellismo navale al pubblico è una mostra di modelli, con la quale, il principiante, l'esperto, l'appassionato, il collezionista, o anche il semplice ammiratore, può osservare fin dentro i minimi particolari, come le capacità creative dell'essere umano siano stupefacenti e coinvolgenti nell'acuire l'osservazione fino nel particolare del particolare e a stimolare lo sviluppo della ricerca e quindi del sapere. 

Con l’evolversi della tecnologia informatica un elemento virtuale quale internet come mezzo di informazione telematica, permette la comunicazione, lo scambio di notizie, opinioni e consigli a tutti coloro appassionati cultori di questa materia che ancora credono che gli altri esistono.

Pietro Cristini

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Il Modellismo Navale

(teoria e tecnica)

Il modellismo navale è un'arte antichissima che si perde nella notte dei tempi, ma che io cercherò di sintetizzare limitandomi ad esporre qui di seguito, in quattro righe, l’aspetto tecnico della materia.

Infatti per poter costruire una vera nave si esegue un progetto (piano di costruzione) da cui si ricava, con il rapporto in scala, un modello detto anche "modello di cantiere", che è il prototipo del successivo “modello da vasca”, quest’ultimo per le sue caratteristiche tecniche, necessarie per la verifica della rispondenza fra il progetto d'origine e le prove in vasca, risulta di dimensioni di gran lunga maggiori rispetto a quelle abituali che un modellista utilizza per la creazione dei propri modelli; comunque la procedura per la realizzazione è la stessa.

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Buon Lavoro

Si apre il progetto, lo si osserva attentamente, si procede iniziando dal piano della chiglia e delle ordinate. Si prende la carta carbone, il cartoncino e una matita, quindi si riportano sul cartoncino l'esatta metà delle ordinate e la chiglia, numerandole come evidenziato nel progetto.

Ultimata questa operazione si ritagliano tutti i particolari riportati, facendo massima attenzione al rispetto della precisione, la precisione è di fondamentale importanza per l'esecuzione di questo genere di opere.

Una volta eseguito il taglio delle figure dal cartoncino si riportano sul foglio di compensato dello spessore indicato nel progetto, le metà ordinate, chiaramente, al momento del riporto sul compensato effettuano una rotazione di 180° sull'asse centrale e si ottiene l'esatta intierezza dell'ordinata.

Quindi con il traforo si segano tutte le ordinate e la chiglia, fare attenzione al momento della operazione a non entrare con la seghetta all'interno del tracciato, meglio fuori che dentro, l'errore in questi casi è fatale, perchè non si stà eseguendo un disegno dove la gomma da cancellare riporta tutto come era prima dell'errore, si riprende dall'inizio.

Fatto questo si effettua la rastrematura necessaria per eliminare eventuali parti in eccesso, dopodiché si inseriscono le ordinate negli appositi incastri della chiglia e si controlla l'allineamento, se questo risulta corretto si procede all'incollaggio, sempre controllando se durante questa fase l'allineamento non si sfalsa.

Nel frattempo che la colla faccia presa, si consulta il piano di costruzione per passare alla messa in opera del fasciame, anche questa operazione necessita di molta attenzione perché a seconda delle linee dello scafo, il fasciame (listelli) va rastremato alle estremità affinché la battura tra un listello e un altro fili para senza spigoli sporgenti. Una volta ultimata la fasciatura si effettua una sgrossatura leggera della stessa con carta vetrata (solitamente la misura è  100).

Terminata questa fase si procede all'allestimento del ponte di coperta così come è specificato nel progetto.

Successivamente si passa alla posa dell'alberatura che può essere composta da uno o più alberi; alla realizzazione del sartiame, che consiste in una serie di corde, cavi che fungono da tiranti degli alberi stessi e sono denominate manovre fisse, alle manovre correnti che a differenza delle manovre fisse sono quelle che consentono alle vele di prendere il vento nella direzione utile per la rotta della nave.

A questo punto, ultimata anche questa fase, si passa ai ritocchi finali e l'opera è completa.

Come ho detto all'inizio questa è una sintesi di un'arte antichissima che merita di essere tramandata nei secoli.

P.S.:Tutto e ripeto tutto deve essere realizzato interamente a mano senza l'ausilio di scatole di montaggio.

Chi bene inizia è a metà dell'opera.

Pietro Cristini

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Il materiale necessario, minimo indispensabile, per la costruzione di un modello

(a fianco di ciascuno è riportato  il prezzo unitario approssimativo in lire italiane)

1)  Piano di costruzione (per i principianti è consigliabile uno di semplice esecuzione) - € 15,00

2)  Traforo ad archetto con le relative seghette - €  10,00;

3)  Tagliabalsa o cutter con le relative lame - €  5,00;

4)  Serie di limette: Piana, triangolare, tonda, mezza tonda, quadra, triangolare con una sola superficie operativa - € 10,00/18,00;

5)  Serie di trapanetti manuali con punte di vario diametro (millimetri) - € 15,00;

6)  Trapano elettrico 12V da hobbista completo di trasformatore e punte di vari diametri 220V-12V/50Hz/400Ma  - € 50,00;

7)  Morsetta da banco - € 8,00;

8)  Punteruolo - € 2,00;

9)  Calibro - € 7,50/10,00;

10) Pialletto - € 7,50/10,00;

11) Carta vetrata di varia grana (misura max 100);

12) Una squadra da falegname - € 5,50;

13) Una riga - € 2,50;

14) Un righello - € 2,00;

15) Colla vinilica "VINAVIL NPC" tappo blu - € 6,50;

16) Olio di lino cotto - € 6,50;

17) Carta carbone;

18) Cartoncino di mm. 1÷2;

19) Una serie di pennelli;

20) Un piano di lavoro;

21) Tanta buona volontà e molta pazienza.

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SCELTA DEL PRIMO MODELLO

Spesso un principiante si trova a dover affrontare il problema del primo modello.

Il modello da scegliere deve essere comprensibile nel progetto e di facile esecuzione a prescindere dalle potenzialità manuali del neofita. Infatti, anche se il neofita ha una spiccata manualità, ma non ha comunque dimestichezza con il genere di argomento pratico che intende affrontare, dovrà cimentarsi su un modello che dovrà essere ad un solo albero e scarso in particolari così da permettergli di iniziare a prendere conoscenza e praticità, inoltre essendo un modello così semplice i tempi di realizzazione saranno oltretutto anche di gran lunga dimezzati rispetto ai "facili" modelli consigliati dalle case modellistiche o dai negozianti.

Esistono in commercio progetti, oppure scatole di montaggio di imbarcazioni ad un solo albero, anche italiane, l'importante è che quando il neofita è in procinto di acquistare il progetto o la scatola di montaggio abbia osservato bene i particolari di ambedue e che la scelta ricada su quello con il minor numero di questi.

Mi sono permesso di fare questa premessa perché i "facili" modelli iniziati dai neofiti rimangono tutti modelli incompleti, abbandonati a metà costruzione. Perché questo?! Perché, lo scafo anche se poi non è così semplice come possa sembrare, si presenta, diciamo, di grandi dimensioni e perciò più pratico, finito questo però poi subentrano le difficoltà vere e proprie, tra manovre fisse, manovre correnti, stragli, coffe, crocette, teste di moro, numero degli alberi, serpe, decorazioni, polene, ecc, ed allora tutto va alla malora. A questo punto il potenziale neofita per una scelta mal consigliata desiste dall'essere un probabile futuro modellista navale.

Il principiante deve anche documentarsi sull'argomento servendosi dei libri anche se pochi che può trovare nelle librerie, un libro che io consiglio è "Il Grande Libro dei Modelli Navali" di Orazio Curti edito da Mursia, poi ce ne sono anche altri, tipo "Il modellista Navale" di Luciano Santoro edito da Hoepli, questi per iniziare, successivamente, una volta che inizia ad entrare in questo meraviglioso mondo dovrà cercare di reperire altro materiale documentale.

Nel frattempo con il piano di costruzione di una semplice imbarcazione, come prima accennato, aperto sul tavolo inizia a studiarlo, una volta che ha focalizzato tutte le varie fasi per la realizzazione inizia a riportare il piano di costruzione sul cartoncino servendosi della carta carbone e di una matita non dura, questo per non danneggiare il progetto, che il neofita deve ricordare di conservare scrupolosamente perché è un documento cartaceo e perciò ha un valore diciamo storico ed economico. 

Una volta completato il riporto sul cartoncino tagliare tutti i componenti dello scheletro del modello e riportarli sul compensato di adeguato spessore e poi una volta fatto ciò con il traforo si traforano tali componenti, facendo particolare attenzione al momento dell'operazione di traforo di non entrare con la sega all'interno del perimetro delle figure riportate.

Quando si hanno tutte le ordinate e la chiglia pronte si assemblano controllando che siano tutte allineate, si correggono eventuali difetti e una volta completata anche questa operazione si mettono in posa definitivamente, sempre controllando che l'allineamento non si sfalsi, utilizzando colla vinilica NPC (barattolo con il tappo blu - essicca in minor tempo).

Dopo che l'essiccamento della colla è avvenuto si passa all'applicazione del fasciame, con la sequenza di uno per lato, che a rigor di logica come tutti i componenti del modello deve essere rapportato alla scala del modello, si ricorda che le tavole al vero vanno da un minimo di 20 cm. ad un massimo di 40 cm. di altezza, ad una lunghezza di circa 4 metri ed un’altezza, o spessore di 4 – 5 cm..

Per l'alberatura, questa varia a seconda del tipo di nave, comunque la tecnica di montaggio è sempre uguale per tutti e cioè è composta dal sartiame che è denominato "manovre fisse", dalle "manovre correnti" che sono quelle che agiscono sui pennoni e sulle vele, tutte queste manovre con i relativi componenti tipo bigotte per le manovre fisse e bozzelli per le manovre correnti. Vengono poi pennoni, bompresso, picco, boma, ecc..

Ultimato anche il montaggio dell'alberatura completa del suo armo il modello si può dichiarare finito.

Questa breve esposizione è soltanto una sintesi utile a coloro che intendono avvicinarsi al modellismo navale.

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LA SCALA DEL MODELLO

Nell'accingersi alla costruzione di un modello non bisogna tenere conto soltanto del proprio gusto personale e delle capacità realizzatrici del singolo. Va anche considerata attentamente la categoria di modello nonché la scala relativa.

Se si desidera costruire un modello di nave che abbia una lunghezza di un metro si potrà ottenere questa misura costruendo un modello di vascello in scala 1/100, oppure con un modello di fregata in scala 1/62 e anche con un brigantino in scala 1/50. Ciò dipende dalle differenti dimensioni della nave originale considerando un brigantino di lunghezza circa la metà di un vascello.

Questo presupposto comporta una nuova considerazione. Più è bassa la scala del modello e maggiori saranno le dimensioni del particolare da riprodurre con una conseguente maggiore facilità di esecuzione.

Sarà quindi più agevole costruire una fregata da un metro che non un vascello della stessa misura.

Questa considerazione non va tuttavia intesa in senso assoluto perché il dettaglio di maggiori dimensioni, oltre ad essere più facile da costruire, è anche più facile da osservare e dovrebbe perciò prevedere un grado di finitura maggiore. Ad esempio, nel costruire un cannone in scala 1/100 sarà si necessario munirlo dei paranchi di ritegno a murata, ma non sarà indispensabile che siano presenti le chiodature dell'affusto oppure i perni di fermo delle ruote.

La mancanza di questi dettagli sarà invece evidentissima in un cannone in scala 1/50.

Lo stesso discorso va applicato anche per le rifiniture dell'alberatura e per il resto del modello. Tali considerazioni vanno perciò ponderate attentamente all'atto stesso della scelta del modello da costruire.

Si può iniziare la costruzione di un modello navale partendo da un piano costruttivo oppure da una scatola di montaggio e anche qui si impone una decisione che non è dovuta soltanto alla più o meno esperienza o pigrizia del costruttore.

Non esistono scatole di montaggio che riproducano fedelmente, anche dal punto di vista storico, una nave antica se non a costi piuttosto elevati.

La scatola di montaggio ha il pregio di consentire l'accostamento del principiante al modellismo navale a prezzi anche bassi, ma non può sottrarsi ad una ferrea legge di mercato, deve infatti costare poco, ed il raggiungimento di questo scopo non si può ottenere attraverso altra strada che quella dell'omissione o della modifica.

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PIEGARE I LISTELLI

Usualmente nell’ambiente dei modellisti navali la tecnica per piegare i listelli è quella di bagnare questi e successivamente metterli in piega.

E’ una tecnica a mio parere errata, perché i listelli, assorbendo l’acqua si impregnano di questa e perciò vengono a modificarsi le loro dimensioni anche se in maniera non visibile e, una volta posizionati sullo scafo ed evaporata l’acqua, tornando alle loro dimensioni originali si creano fra le loro connessioni evidenti fessure che compromettono il risultato, di conseguenza per nascondere questa anomalia si applica il secondo fasciame, ripetendo quindi il lavoro della fasciatura dello scafo. Pertanto ribadisco essere una tecnica errata.

Quella che io propongo è molto più semplice ed economico sia sotto il profilo di tempo che di denaro.

Infatti si tratta di una tecnica che io adotto da quando attraverso mio padre ho iniziato a realizzare e a restaurare modelli e che brevemente qui di seguito espongo.

Gli strumenti da utilizzare sono una candela, un paio di pinze grandi o piccole, un listello e le mani.

Si accende la candela, si prende il listello già lavorato ad un’estremità per poter non sovrastare il listello precedentemente applicato, si tiene questa estremità con la pinza e con la mano libera si impugna la rimanente parte del listello, in questo modo si prende posizione sopra la candela in maniera che arrivi soltanto il calore, a questo punto si procede con un movimento da destra a sinistra o viceversa esercitando una leggera pressione sulle due parti soggette alla presa mantenendo a contatto con il calore la parte del listello che deve subire la curvatura, durante questa fase si noterà che la parte interessata inizierà a cedere gradualmente fino a raggiungere l’arco di curva che si vuole ottenere (l’importante è non eccedere nella pressione).

Con questo metodo non si avranno fessure fra i listelli, non si dovrà applicare nessun secondo fasciame, quindi non si dovrà ripetere l’operazione ed inoltre non si dovrà spendere ulteriore somma in denaro per acquistare il secondo fasciame.

Lo spessore dei listelli in questo caso dovrà essere di mm. 1,5.

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PARLIAMO DELLA VERNICIATURA

Innanzi tutto usare vernici diluibili con essenza di trementina, acqua ragia (derivato dall'essenza di trementina) e olio di lino cotto a doppia cottura, non usare mai vernici alla nitro perchè con il passare del tempo cristallizzano e si creano screpolature.

Durante la costruzione del modello, giornalmente, stendere sullo scafo strati di essenza di trementina o acqua ragia (possibilmente in luogo  areato, anche più di una volta al giorno, asciugano in breve tempo) e se non ci si deve incollare nulla si possono stendere strati di olio di lino diluito in acqua ragia (sempre in luogo areato, una volta ogni due giorni, a seconda dello stato di assorbimento), mi raccomando per quest'ultimo come per la vernice stenderlo bene. Con questa tecnica si potrà notare che il legno acquisisce una maggiore intensità del suo colore e si crea una sorta di impermeabilizzazione specialmente con l'olio, perché questo permane all'interno delle fibre del legno, mentre l'acqua ragia e l'essenza di trementina rivitalizzano si il legno, ma hanno una alta percentuale di particelle che tendono ad evaporare. Alla fine quando il modello è ultimato usare sempre vernici satinate, opache. Sullo scafo applicarle molte volte, anche all'interno, mai lucide. La vernice sui modelli statici di solito non si applica, perché si preferisce lasciarli color legno naturale, perciò al suo posto applicare l'olio di lino diluito con acqua ragia, a meno che non siano modelli che già da progetto presentano la colorazione, in questo caso si applica sempre vernice opaca possibilmente diluita con acqua ragia così da mantenere il più possibile l'opacità, applicandola molte volte.

Quindi mai usare vernici lucide e tantomeno il "flatting", perché queste vernici anziché dare l'effetto di un modello antichizzato lo rendono di fattura recente e non consentono di immaginare la riproduzione di una nave come era all'epoca dello splendore della marineria velica.

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L'olio di lino cotto e le terre colorate si possono miscelare, come si creano i colori per pitturare un quadro, si prende una quantità di olio in un recipiente di piccole dimensioni (tipo i barattolini delle creme che usano le belle donne) possibilmente non di plastica, si miscela con la terra del colore desiderato, aggiungendoci dell'acqua ragia per smorzare la lucentezza dell'olio. Ma questa tecnica per il momento può risultare troppo elaborata e complessa, perciò consiglio di rimanere focalizzati su quella precedente.

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IMPERMEABILIZZAZIONE DELLO SCAFO

La tecnica di impermeabilizzazione è quella di rivestire internamente lo scafo con delle strisce di stoffa (tipo vecchie lenzuola o similari sempre in cotone) da applicare a mezzo colla vinilica fra una ordinata e l'altra, mentre per l'esterno abbondare con mani di vernice.

Successivamente, quando all’interno dello scafo la colla vinilica si sarà asciugata si potranno stendere più mani di vernice al fine di poter ottimizzare l’impermeabilizzazione dello scafo.

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REALIZZAZIONE VELE

Per realizzare la velatura dei modelli, date le loro dimensioni, si deve utilizzare una stoffa leggera, fine, così da non “stonare” con la scala del modello o da avvicinarsi il più possibile a questa.

La stoffa più idonea è la cosiddetta “pelle d’uovo” che si può acquistare presso i negozi di merceria.

Acquistata questa stoffa si prepara una teiera di tè, magari Twining qualità rossa o red, io uso questa marca di tè perché è disponibile in vari tipi di qualità e perciò permette di accostare i colori delle vele che più si ritengono opportuni per ogni tipo di modello, oppure utilizzare anche l’orzo, la quantità liquida che sia idonea a consentire l’immersione della stoffa per un periodo di tempo fin tanto che si freddi il tè, dopo ciò si preleva la stoffa e la si mette ad asciugare.

Una volta asciugata, dopo aver riportato le esatte metà dei perimetri delle vele con la cartacarbone su di un cartoncino si ritagliano e si riportano sulla stoffa, riportando, a questo punto, anche le finte giunture delle vele (le righe verticali che riporta il disegno).

Alla fine di questo lavoro operare con la macchina da cucire oppure manualmente sui perimetri e sulle righe verticali, con un filo appositamente della misura adeguata e possibilmente del colore un pochino più scuro, che si accosti al colore che ha assunto la stoffa, se questa presenta delle macchie che siano ben accette, per quanto concerne il perimetro eseguire due passaggi.

Fatto questo, poi, prendere un, diciamo, cordoncino, non troppo grosso, da assicurare su tutti i perimetri delle vele, con dei punti di cucitura non equi distanti l'uno dall'altro, accompagnati da un puntino di colla vinilica presa da un recipiente con uno stuzzicadenti, la quantità minima necessaria all'occorrenza, questo cordoncino è denominato gratile.

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BERTOCCI : – Serie di sagome intervallate da sfere di legno che servono a tenere il pennone aderente all’albero.

 

Teoria sulla

REALIZZAZIONE DEI BERTOCCI

Per realizzare le sagome è sufficiente un listello di legno, sempre di fibra compatta e dura della misura indicata dal progetto, a seconda del tipo di pennone a cui vanno a servire, si preparano tante sezioni quante ne necessitano, a due e a tre fori, tra la distanza che passa tra i fori, sul profilo superiore creare una leggera scanalatura, poi tagliare le sezioni, quindi arrotondare gli angoli superiori delle medesime.

Per le sfere si prende un tondino di legno di noce mazzonia, o comunque che sia di fibra compatta e dura, della sezione utile come riportato dal progetto del modello.

Con un trapanino manuale o elettrico e la punta del diametro, solitamente di un millimetro, praticare un forellino al centro della testa del tondino, senza però approfondire la perforazione, onde evitare eventuali fuori centro, piano piano, poco alla volta.

Con un tagliabalsa (o cutter) si effettuano più incisioni lungo la circonferenza del tondino, per quante sono di numero le sfere da ottenere, per mezzo della lima a triangolo si accentua l’incisione, questa accentuazione si perfeziona poi con la lima a triangolo con una sola superficie operativa, operando con questa sui lati della sezione affinché di questa si addolcisca la forma fino ad ottenere una sfera (anche se non sarà di forma perfetta), una volta ultimata questa operazione con il tagliabalsa si separano le sfere ed il gioco è fatto, la realizzazione dei bertocci è completata.

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BIGOTTA : – Bozzello a forma schiacciata e senza puleggia, usualmente a tre fori. Usato generalmente in coppia per i paranchi delle sartie.

 

Teoria sulla

REALIZZAZIONE BIGOTTE

Si prende un tondino di legno di faggio, o comunque che sia di fibra compatta, della sezione utile come riportato dal progetto del modello.

Con un tagliabalsa (o cutter) si incidono, ogni due incisioni rappresentano una bigotta, lungo la circonferenza del tondino, tante coppie di sezioni, della misura idonea per consentire L’accentuazione di tutte e due le incisioni per mezzo della lima a triangolo, l’accentuazione permette 1) di poter inserire all’interno della scanalatura interna che si è formata, una cordicella, un filo di ottone o di qualunque altro metallo, avente il diametro come indicato dal progetto; 2) mentre per la scanalatura esterna permette, al momento del taglio netto per il distacco dal tondino della neobigotta, al perimetro di questa di non subire danni.

Dopo il distacco si stringe, leggermente, la bigotta con un paio di tronchesine, come evidenziato nel disegno allegato, (spero sia comprensibile), poi con un tacchetto di legno (piattina lunga 20 cm, larga 1,5 cm e di spessore 0,5 cm), con su ambedue le facciate incollata la carta vetrata, da una parte più grossa (max. n. 100) e dall’altra più fine, si carteggiano ambedue le facciate della bigotta, senza esagerare nella pressione e nel perdurare l’opera, durante l’operazione controllare lo stato di avanzamento del lavoro. Quando al momento dell’osservazione si constata che le misure rispondono, anche approssimativamente per eccesso o per difetto, un piccolo ritocco e questo gioco è finito.

Si passa al trapano elettrico o manuale. Il diametro dei fori è riportato dal progetto, quindi fornire della punta il trapano e con molta attenzione realizzare i tre fori come evidenziato nel disegno allegato.

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BOZZELLO:    Nome marinaro della carrucola. Cassa di legno o metallo comprendente una o più cavatoie con puleggia. E' foggiato in numerose forme e con nomi differenti (V. Pastecca, Violino, Vergine, ecc.).

 

 

Teoria sulla

REALIZZAZIONE DEI BOZZELLI 

Si prende un listello di legno di faggio, o comunque che sia di fibra compatta, di altezza e spessore nelle misure rispondenti alle dimensioni dei bozzelli da realizzare.

Con un tagliabalsa (cutter) si incidono tante coppie di sezioni, ogni due sezioni rappresentano un bozzello, con una limetta a triangolo accentuare ambedue le incisioni di un bozzello, quella di mezzo in maniera meno profonda di quella esterna (perché quella centrale sarà la scanalatura dove verrà alloggiata la sagola di tenuta del bozzello), quella esterna permette al perimetro del listello di non subire danni al momento del taglio netto per il distacco del bozzello.

Effettuate le incisioni e le accentuazioni di queste, arrotondare gli angoli esterni con una limetta piana con una sola superficie operativa (V. disegno allegato), successivamente, con un trapanino manuale o elettrico, avente una punta con diametro idoneo, praticare un foro passante a tre quarti dell'altezza della testa del listello (V. disegno allegato).

Una volta effettuato il foro distaccare il bozzello eseguendo l'operazione sopra descritta, per ultimo praticare sul foro, con una limetta a triangolo, una leggera impronta, così da rappresentare la gola in cui scorre la sagola.

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CAVIGLIA : – Mazzuolo di forma troncoconica con manico, di misure varianti da 30 a 70 cm che inserito nella cavigliera, si arresta al battente dell'impugnatura. Si adopera per dare volta alle manovre correnti. Le caviglie inserite sulla ruota del timone si definiscono razze.  

 

Teoria sulla

REALIZZAZIONE DELLE CAVIGLIE

Si realizzano con tondini di legno di vari diametri e lunghezze, a seconda della grandezza del modello, come riportato dal progetto.

Particolarmente indicati per questo tipo di lavori sono sempre i legni duri e compatti, quali il faggio, noce mazzonia, noce nostrano, olivo e altro legno che si presta a questo genere di realizzazione.

Con il cutter si incide il tondino in tre punti per tutta la circonferenza, e si ottengono tre sezioni. La prima, quella più estrema, diventerà l’impugnatura della caviglia, la seconda, quella successiva, sarà il battente alla cavigliera e la terza sezione, la più lunga, sarà il maschio che andrà ad infilarsi e a far corpo con la cavigliera stessa.

Veniamo alla realizzazione vera e propria.

Una volta fatte le tre incisioni, tra la prima e la seconda, con il cutter, scarnire il tondino fino a formare, un abbozzo di cono rovesciato. Fatto questo con la limetta piana a sezione triangolare, con una sola superficie operativa, si rifinisce il cono, dando una forma arrotondata alla parte superiore della anzidetta impugnatura. Successivamente si passa a rastremare la terza sezione, in questo caso si diminuisce di sezione il tondino, ottenendo un cilindro di diametro approssimativo a quello che sarà a lavoro finito. Per ultimo, sempre con la stessa limetta si rifinisce anche quest’ultima sezione ottenendo la caviglia finita.

La raccomandazione primaria è di non imprimere troppa pressione al momento delle tre incisioni, altrimenti c’è il rischio che mentre si sta operando una delle tre sezioni viene a staccarsi dal tondino. Buon lavoro.

Di seguito si può osservare lo schema dove illustro quanto ho sopra scritto.

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Teoria sulla

REALIZZAZIONE DELLE COLONNINE

Sui modelli sono riprodotte con tondini di legno di vari diametri e altezze, a seconda della grandezza del modello, come riportato dal progetto. Il tipo di legno da utilizzare per questo genere di particolare è: faggio, noce mazzonia, noce nostrano e altro legno che abbia la venatura compatta.

Procediamo:

Si prende il tondino, con un cutter, lo si incide in più punti lungo la sua circonferenza e per l’esattezza si fanno quattro incisioni per ottenere una colonnina.

I due estremi di queste quattro incisioni delimitano la lunghezza, o l’altezza della colonnina.

Sempre operando con il cutter, alle due estremità si ricavano due perni o maschi, contornati alla loro base dai due anelli ottenuti con le quattro incisioni, questi anelli li separano dal corpo della colonnina e a loro volta fungono, quello superiore di supporto al capodibanda o corrimano e quello inferiore di battura o appoggio della colonnina al ponte.

Per sagomare la colonnina, sempre con il cutter, asportare le parti in eccesso fino ad ottenere l’abbozzo della colonnina. Fatto questo con la limetta piana triangolare, con una sola parte operativa rifinire i perni della sezione utile per alloggiare nelle femmine del corrimano e del ponte, poi sempre con questa limetta rifinire il corpo della colonnina.

Fatto questo, con la limetta a sezione triangolare marcare l’incisione che separa il corpo della colonnina dall’anello inferiore, per ultimo con la limetta a sezione ovale marcare il corpo superiore della colonnina per dare a questa parte una leggera forma concava.

Nello schema allegato cercherò di esemplificare quanto ho sopra scritto.

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PARASARTIE : – Robuste tavole poste orizzontalmente fuori bordo in posizione leggermente arretrata rispetto agli alberi. Servono ad accogliere le sartie degli alberi e a dar loro sufficiente quartiere. In certi casi sono poste all’interno del parapetto.

 

Teoria sulla

REALIZZAZIONE DEI PARASARTIE

Sui modelli sono riprodotti con listelli di spessore, larghezza e lunghezza come riportato dal progetto. Il tipo di legno da utilizzare per questo genere di particolare è: faggio, noce mazzonia, noce nostrano e altro legno che abbia la venatura compatta., di questi si usa quello che per colore si avvicina a quello del modello. Comunque il più forte fra quelli menzionati è e rimane il faggio, che, anche se potrebbe risultare diverso dal colore del modello, quando si impregnerà di olio di lino cotto a doppia cottura il suo colore accosterà benissimo, evidenziando il particolare nell’insieme.

Procediamo:

abbiamo tagliato il listello in parti della misura riportata sul progetto.

Si prendono i pezzi tagliati, uno alla volta e vengono prodotte, su uno dei due lati più lunghi, delle leggere scanalature, realizzandole con il taglio di una limetta piana, tante quante né prevede il progetto, dove poi verranno alloggiati i tiranti delle bigotte che assicureranno quest’ultime allo scafo.

Eseguita questa operazione a tutti i parasartie, ad ognuno praticare, sul lato opposto alle scanalature due o più forellini dove inserire due o più chiodini di legno che andranno a far perno di sostentamento del parasartie in due o più fori corrispondenti praticati sulla fiancata della nave.

Una volta posizionate e assicurate a murata le bigotte collocare un listello a mo di chiusura delle scanalature.

Letto questo, osservare la tecnica per la realizzazione e la posa in opera dei parasartie come evidenziata nello schema allegato.

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Teoria sulla

REALIZZAZIONE DELLE SCIALUPPE

 

Per costruire le scialuppe io adotto il sistema delle tavolette sovrapposte con il compensato svuotando l'interno, una volta assemblato il tutto procedo con la rifinitura, quindi sgrosso lo scafo per raggiungere la sagomatura della linea, fatto ciò ci applico i listelli per figurare il fasciame, allestisco l'interno posizionando sul fondo dei listelli fini quel tanto che rispetta il progetto, le tavole su cui si siedono i passeggeri o i rematori e per ultimo gli scalmi per i remi ed il gioco è fatto ed il timone se è presente.

beh, non è proprio così sintetico, perciò, prima riporto la sagoma o le varie sagome necessarie per realizzare la scialuppa su di un foglio di compensato con tracciato oltre al perimetro esterno anche l'interno esclusa la sezione prima e cioè quella di fondo, una volta eseguita questa operazione con il traforo procedo al ritaglio, (fare attenzione, essendo di compensato, a che non si spezzino, dato che sono molto fini di spessore), terminato il tutto le incollo una su l'altra e ottengo il grosso dell'opera, fatti asciugare i pezzi li sagomo fino ad ottenere l'esatto risultato finale.  Questa è la mia tecnica.

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VALUTAZIONE DEL MODELLO

Per valutare un modello bisogna saper leggere l'impronta del costruttore, di lì si può individuare se è opera recente o meno. Una lente d'ingrandimento a volte è anche necessaria, comunque per i modelli che sono precedenti al '900 le caratteristiche costruttive ed i particolari si notano dalle loro forme e rifiniture, mentre  i modelli, specialmente quelli attuali la maggior parte di essi si presentano con i particolari tutti prefabbricati o se non tutti la maggior parte, in principal modo i cannoni, bozzelli, ecc.Se si è in grado di individuare, riconoscere, tali particolari, si può dare un valore al modello che ci si trova ad osservare, anche se approssimativo, come faccio io con i miei clienti, specialmente con coloro che poi propongono i loro modelli alle case d'asta di Genova.

Ad esempio, i modelli che un collezionista non comprerà mai e che le case d'asta non accetteranno mai fra le loro collezioni da proporre, purtroppo a dispetto di qualcuno sono:

Victory, Vespucci, Revenge, Cutty Sark, Bounty, SS Madre, Le Mirage, La Couronne, Bon Homme Richard, San Felipe, ecc., insomma tutti quelli che noi ben conosciamo.

Perché costoro non li acquistano?

Perché ce ne sono troppi e perciò reperibili ovunque e quindi non possono far parte di una collezione, del resto è come si fa ad esempio per il francobollo che per essere di valore deve essere unico, e perciò i modelli che i collezionisti acquistano sono proprio quelli che non si conoscono a livello modellistico ma che invece sono quelli che rappresentano la raffiguarazione della nave all'epoca della sua realizzazione, i cosiddetti modelli di cantiere.

Oppure se si vuole proporre a questo tipo di clienti una costruzione recente, si deve puntare a realizzare modelli raffiguranti gli Yacht famosi, le barche da regata della coppa america, ma attenzione questi modelli devono presentarsi come modelli di cantiere, quindi con delle misure particolari, indicate al tipo di modello di cantiere.

L'unico problema è reperire i progetti di queste imbarcazioni.

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