PARANZA DI TRANI
Sono
così dette le imbarcazioni che usavano ed usano tuttora pescare a
"paro", cioè con la rete a strascico, questa terminologia era ed è
presente nel basso Tirreno e nell'Adriatico, questa terminologia veniva
mantenuta anche se questo tipo di imbarcazione veniva usata per il trasporto di
merci o la sorveglianza delle coste, perciò troviamo paranze impiegate nel
piccolo cabotaggio. Mentre nel tirreno pescavano "a paro" Anche le
tartane ed in Adriatico i barchetti e i bragozzi e questo tipo anche se diverso
veniva definito paranza per il metodo di pesca adottato.
La vera origine della paranza viene dalla regione Campania da dove deriva la
pesca a strascico e la diffusione della vera paranza è limitata al medio-basso
Tirreno, alla Sicilia e al medio-basso Adriatico.
Ci sono testimonianze autorevoli che indicano che nel secolo scorso e nei primi
decenni del nostro la costruzione di barche specificatamente chiamate paranze
era attiva in Puglia, in Abruzzo-Molise e come limite settentrionale nelle
Marche.
Le dimensioni della paranza variano sensibilmente da 10 a 12 metri e la loro
stazza dalle 28 alle 46 tonnellate, ma la paranza tipica era di stazza tra le 15
e le 20 tonnellate, pertanto le dimensioni della Paranza di Trani sono le
seguenti: 12 metri di lunghezza, 4,2 di larghezza e 1,3 di puntale.
Il suo pescaggio era di 0,7 metri e la sua stazza di 13 tonnellate.
Il timone misurava 4,55 metri, le sue notevoli dimensioni erano dovute per
l'esigenza di contrastare la deriva. Al rientro in porto o in presenza di bassi
fondali veniva sollevato utilizzando uno dei due paranchi di sartia.
L'equipaggio era composto da 10 uomini più il mozzo, una forza notevole di
uomini necessaria per la grande rete.
Questa imbarcazione navigava con la sola vela latina, ma con vento in poppa
armavano un fiocco o polaccone su un tangone, tenuto a piè d'albero e su una
bitta sul capo di banda.
Questo progetto l'ho reperito dalla rivista bimensile YACHT DIGEST (vecchia edizione).